There Once Was a Melody in the Bronx

C’è un Bronx che profuma di pane appena sfornato, di vinile e di cannoli. C’è un Bronx che ha il suono struggente delle canzoni napoletane e il rombo delle Cadillac che parcheggiano davanti a ristoranti che non sembrano di questo mondo. È questo il mondo che Rocco Trombetta riporta in vita nel suo straordinario memoir romanzato There Once Was a Melody in the Bronx, una dichiarazione d’amore al quartiere, alla musica e alla memoria.

Il libro racconta la storia vera – e insieme epica – dell’autore, arrivato da Napoli nel 1977 dopo un tragico evento legato alla Camorra. Con una scrittura genuina e cinematografica, Trombetta ci conduce per mano tra i marciapiedi del Belmont District, tra botteghe italiane, prime cotte adolescenziali e il sogno di diventare cantante, coltivato tra i dischi di Frank Sinatra e i consigli di un barbiere saggio come un filosofo.

Ma non è solo una storia di formazione: è anche un affresco corale, nostalgico e vivissimo, di una comunità italiana sospesa tra l’onore delle proprie radici e l’inevitabile compromesso con la realtà americana, dove la mafia fa parte del paesaggio come i lampioni o i negozi di mozzarella. A fare da sfondo, Amici’s – il ristorante simbolo del potere e della seduzione – e la figura mitica di Joe, il misterioso manager che riconosce il talento di Rocco e lo guida verso la ribalta.

Il libro ti conquista per tre motivi:

Il tono autentico e personale
Trombetta scrive come si racconta attorno a un tavolo, con ritmo, ironia e verità. Il lettore sente che ogni aneddoto è vissuto, ogni emozione è vera.

Il ritratto vivido di un’epoca
Il Bronx del 1977 prende vita in ogni pagina, tra blackout, dischi di Donna Summer e partite dei New York Yankees, in un’Italia d’America che oggi non esiste più.

La forza dei personaggi
Dal fratello Geri alla mamma coraggiosa, dal misterioso Mr. Gaz al prof. Maffei, ogni figura lascia un segno, come nei grandi romanzi di formazione.

There Once Was a Melody in the Bronx è un libro che si legge col cuore in gola e un sorriso sulle labbra. È il racconto di un sogno – forse ingenuo, forse impossibile – ma che diventa simbolo universale di speranza, talento e riscatto.

L’articolo There Once Was a Melody in the Bronx proviene da IlNewyorkese.

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