Bezos da Venezia

Bezos sì, Bezos no. Magari con questo quesito si poteva anche raggiungere il quorum a un referendum.

L’argomento è popolare, un ricchissimo americano sbarca in uno dei posti più belli del mondo nonché patrimonio culturale e ambientale italiano, e occupa la Laguna per un paio di giorni per sposarsi con la bella giornalista Lauren Sanchez.

Liturgie e rituali mondani quasi più lunghi delle polemiche, un neverending wedding come dicono gli specialisti che qualche politicamente scorretto avrebbe ridotto a un semplice per quanto sempre complicato SI.

Non ce ne vorrete ma riduciamo a quasi nulla le sconfinate cronache del gossip, chi c’era e chi non c’era, com’erano vestiti e da chi, cosa hanno mangiato (con o senza glutine) e quanto, chi ha cantano e chi non. Nessuna testata si è astenuta da questo gioco narrativo. Primo bonus Bezos, più copie vendute, e non è poco di questi tempi. Ma veniamo alla questione di fondo.

E’ giusto o no che il magnate di Amazon , quello che ci porta tutto a casa, venga a casa nostra e si regala un luogo pubblico per un rito che rimane privato? Qui abbiamo sentito di tutto, dalla dimensione morale a quella pedagogica (un cattivo insegnamento per i giovani che pensano così che i soldi siano tutto) a quella addirittura dell’uguaglianza fra gli uomini.

La questione morale la liquido subito perché ci porta su un  terreno scivoloso, quello è trash oppure no, l’invidia e il fastidio per la ricchezza, la nostalgia per gli americani ricchi che però aprivamo musei, insomma cosa è il bene e cosa no, e chi siamo noi per dirlo?

Sulla questione pedagogica è come svuotare il mare con un cucchiaio (magari la Laguna è più alla portata ), dovremmo  censurare sui telefonini dei ragazzi milioni di modelli dis-educativi tutti i giorni.

Sulla questione dell’uguaglianza ricordo allarmi accorati per i pavimenti di San Marco calpestati dalle orde turistiche povere, i proletari del panino incluso. E il ticket di ingresso non è antidemocratico?  Siccome lo pagano solo l’8 per cento, un po’ come le tasse, questione archiviata. Invece i 700 che hanno manifestato per ponti e calli (quelli lasciati liberi) al grido di NospaceBezos una qualche ragione la avevano: le regole ambientali per una cosa così pervasiva sono state rispettate?

Però per un breve disturbo, due giorni appena, Bezos e compagnia hanno lasciato nelle casse venete circa 30 milioni. Già oggi i veneziani potranno prendere serenamente il vaporetto per andare a lavorare. Tanto frastuono per nulla, se non per quel bacio sul Canal Grande. Ricchi e felici. Sul rapporto di causa ed effetto la discussione rimane.       

L’articolo Bezos da Venezia proviene da IlNewyorkese.

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