All’aeroporto di Newark mancano soprattutto i controllori di volo

Da diverse settimane, l’aeroporto di Newark sta vivendo uno dei periodi più complicati della sua storia, e lunedì sera è andato incontro a una delle peggiori giornate degli ultimi mesi: voli bloccati, partenze sospese e ritardi fino a sette ore a causa della cronica mancanza di controllori del traffico aereo. Secondo quanto comunicato dalla Federal Aviation Administration (FAA), soltanto tre controllori erano in servizio alla struttura di Philadelphia incaricata di gestire il traffico da e per l’aeroporto del New Jersey, ben lontano dall’organico ideale di 14 previsto per quelle ore.

La carenza di personale si è poi aggiunta ad una situazione compromessa da precedenti guasti tecnici e da un’infrastruttura sotto pressione. Quattro fonti interne hanno riferito che, in determinati momenti della giornata, erano presenti solo uno o due controllori pienamente certificati. La conseguenza è stata il blocco dei voli in arrivo da diverse aree degli Stati Uniti e del Canada, con tempi di attesa medi superiori a un’ora e mezza.

Negli ultimi giorni, l’aeroporto di Newark è diventato anche una questione politica. Il segretario Duffy è intervenuto pubblicamente per avvertire che problemi simili potrebbero verificarsi anche in altri scali statunitensi con l’arrivo dell’estate. «Quello che vediamo a Newark accadrà anche altrove nel Paese», ha detto alla NBC, attribuendo le criticità a una rete fragile, carente di investimenti e appesantita da infrastrutture obsolete. Mercoledì è previsto un incontro a Washington con i dirigenti delle compagnie aeree per discutere un possibile taglio dei voli sull’aeroporto. Tra le proposte del Dipartimento dei Trasporti, anche un piano di modernizzazione che include la digitalizzazione dei dati di volo e l’estensione dell’età pensionabile dei controllori da 56 a 61 anni.

Newark è uno degli aeroporti più trafficati del paese e rappresenta un hub fondamentale per United Airlines, che qui opera circa due terzi dei voli. Venerdì scorso, la stessa struttura di Philadelphia aveva subito un blackout radar. Un episodio simile si era verificato anche lo scorso 28 aprile, quando per circa trenta secondi i controllori non erano riusciti a comunicare con i piloti. «Stiamo cercando di rallentare le velocità del 2024 per adattarle a tecnologie del 1980», ha ammesso il segretario ai Trasporti Sean Duffy in conferenza stampa.

La FAA ha motivato il trasferimento del controllo di Newark dalla struttura di Long Island a quella di Philadelphia con la necessità di risparmiare sui costi e attrarre nuovo personale. Ma il trasferimento non è stato ben accolto dai lavoratori coinvolti e, anche nei casi in cui i controllori abbiano accettato il trasferimento, il percorso di formazione richiede almeno un anno. «Non possiamo semplicemente schioccare le dita e spostare i controllori», ha dichiarato Duffy, ricordando che la certificazione per operare in spazi aerei complessi richiede in media due anni e mezzo.

Oltre al problema del personale, come accennato, la FAA sta affrontando anche difficoltà strutturali. I recenti blackout sono stati causati da guasti a software e apparecchiature obsolete: Duffy ha spiegato che sono stati installati aggiornamenti software e che nei prossimi mesi verranno avviati lavori per l’installazione di nuovi cavi in fibra ottica tra Newark e Philadelphia. Nel frattempo, è previsto un taglio al numero complessivo di voli in partenza e in arrivo. United Airlines ha già cominciato a ridurre la propria offerta.

Melissa Rodriguez, residente a Bayonne e frequent flyer dell’aeroporto di Newark, ha raccontato al New York Times di aver vissuto in prima persona il caos di lunedì, accompagnando una squadra di cheerleader. «Tutti i voli erano in ritardo o cancellati, da entrambe le direzioni», ha detto. Ora sta valutando alternative su LaGuardia o JFK. «Con tutti questi problemi a Newark, devi avere un piano A, B, C e anche D».

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